Ivan è un operaio di sessant’anni, nato in ex Jugoslavia. Vive con sua moglie in un paesino del Friuli chiamato Torviscosa. Un giorno decide di intraprendere un viaggio che lo riporterà nei luoghi della sua infanzia, nel tentativo di espiare un senso di colpa che fin da bambino porta dentro di sé.
Ivan è un operaio di sessant’anni, nato in ex Jugoslavia. Vive con sua moglie in un paesino del Friuli chiamato Torviscosa. Un giorno decide di intraprendere un viaggio che lo riporterà nei luoghi della sua infanzia, nel tentativo di espiare un senso di colpa che fin da bambino porta dentro di sé.
IL CONFINE È UN BOSCO
(My border, my forest)
Italia, 2020 / 18′
diretto da
Giorgio Milocco
con
Branko Završan
Lucka Pockaj
Andrea Tich
Paolo Fagiolo
Vito Cosic
Martin Mofardin
Noemi Calligaro
Soggetto e sceneggiatura | Mauro Daltin Andrea Nardon Giorgio Milocco Alejandro De La Fuente |
Direttore della Fotografia | Debora Vrizzi |
Scenografia | Anton Spazzapan |
Costumi | Vittoria Prignano |
Suono | Antonio Petris |
Montaggio | Giorgio Milocco |
Produttore | Fabiana Balsamo |
Produzione | Quasar Multimedia |
Distribuzione | Esen Studios |
MIGLIOR FILM|REGIA|FOTOGRAFIA|COLONNA SONORA
Cinemadamare Film Festival (Italia) | 2021
MIGLIOR ATTORE
Roma Film Corto (Italia) | 2020
Movievalley Festival (Italia) | 2021
MIGLIOR SCENEGGIATURA
Menzione Speciale per il Montaggio
Motivazione:
Grazie al montaggio, il film ci restituisce il senso della scrittura filmica, “ricreazione magica paradossale” secondo Roberto Perpignani – fra i maggiori montatori del cinema italiano contemporaneo – che assume il suo più profondo significato nella moltiplicazione dei punti di vista. Nel film i “confini” tra vita e morte, piccole patrie ed epifanie sono percorsi con sapienza dall’autore grazie al montaggio, che conduce lo spettatore ad una finale riappacificazione tra persona e personaggio.
MIGLIOR FILM, REGIA, FOTOGRAFIA, COLONNA SONORA
Cinemadamare Film Festival (Italia) | 2021
MIGLIOR ATTORE
Roma Film Corto (Italia) | 2020
Movievalley Festival (Italia) | 2021
MIGLIOR SCENEGGIATURA
Menzione Speciale per il Montaggio
Motivazione:
Grazie al montaggio, il film ci restituisce il senso della scrittura filmica, “ricreazione magica paradossale” secondo Roberto Perpignani – fra i maggiori montatori del cinema italiano contemporaneo – che assume il suo più profondo significato nella moltiplicazione dei punti di vista. Nel film i “confini” tra vita e morte, piccole patrie ed epifanie sono percorsi con sapienza dall’autore grazie al montaggio, che conduce lo spettatore ad una finale riappacificazione tra persona e personaggio.
SELEZIONI UFFICIALI
- LA Shorts International Film Festival (USA)
- Drama International Short Film Festival (Grecia)
- International Film Festival of Kerala (India)
- RIFF Rome Independent Film Festival (Italia)
- ShorTS International Film Festival (Italia)
- SENE Film Festival (USA)
- Nevada City Film Festival (USA)
- Los Angeles, Italia Film, Fashion and Art Fest (USA)
- Portobello Film Festival (UK)
- Orlando Film Festival (USA)
- Tallahassee Film Festival (USA)
- Dhaka International Film Festival (Bangladesh)
- UFF – Uşak Kısa Film Festivali (Turchia)
- Birmingham Film Festival (UK)
- Beach Film Festival (Macedonia)
- KineNova Film Festival (Macedonia)
- Dalmatia Film Festival (Croazia)
- Trenton Film Festival (USA)
- Diorama International Film Festival (India)
- Amity International Short Film Festival (Turchia)
- First Crossings (Italia-Slovenia)
- Link International Film Festival (UK)
- Cinemadamare (Italia)
- Tracce Cinematografiche Film Fest (Italia)
- Festival La Lanterna (Italia)
- Roma Film Corto (Italia)
- Vigata Film Festival (Italia)
- Movievalley Festival (Italia)
- Onirica Film Festival (Italia)
- Festival del Cinema Città di Spello (Italia)
- Social World Film Festival (Italia)
- Festival delle Foreste (Italia)
- VisualFest Roma Tre (Italia)
SELEZIONI UFFICIALI
- LA Shorts International Film Festival (USA)
- Drama International Short Film Festival (Grecia)
- International Film Festival of Kerala (India)
- RIFF Rome Independent Film Festival (Italia)
- ShorTS International Film Festival (Italia)
- Nevada City Film Festival (USA)
- Los Angeles, Italia Film, Fashion and Art Fest (USA)
- Portobello Film Festival (UK)
- Orlando Film Festival (USA)
- Tallahassee Film Festival (USA)
- Dhaka International Film Festival (Bangladesh)
- UFF – Uşak Kısa Film Festivali (Turchia)
- Birmingham Film Festival (UK)
- Beach Film Festival (Macedonia)
- KineNova Film Festival (Macedonia)
- Dalmatia Film Festival (Croazia)
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- Diorama International Film Festival (India)
- Amity International Short Film Festival (Turchia)
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- Festival La Lanterna (Italia)
- Roma Film Corto (Italia)
- Vigata Film Festival (Italia)
- Movievalley Festival (Italia)
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- Festival del Cinema Città di Spello (Italia)
- Social World Film Festival (Italia)
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- VisualFest Roma Tre (Italia)
Segui il film sui social
facebook.com/ilconfineunbosco
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Giorgio Milocco
Regista, autore, art director e montatore di documentari, film e video commerciali.
Con il cortometraggio “La luna di formaggio” vince il secondo premio e la menzione speciale della giuria al festival CorMor 1998, mentre nel 2001 vince il primo premio al festival del cortometraggio di Ravenna con il Film “La morte con gli zoccoli”. Il successivo cortometraggio “Pleasure Doll” viene proiettato, con una calorosa accoglienza di critica e pubblico, alle giornate del cinema italiano a Limoges (Francia).
Regista, autore, art director e montatore di documentari, film e video commerciali.
Con il cortometraggio “La luna di formaggio” vince il secondo premio e la menzione speciale della giuria al festival CorMor 1998, mentre nel 2001 vince il primo premio al festival del cortometraggio di Ravenna con il Film “La morte con gli zoccoli”. Il successivo cortometraggio “Pleasure Doll” viene proiettato, con una calorosa accoglienza di critica e pubblico, alle giornate del cinema italiano a Limoges (Francia).
NOTE DI REGIA
“Il confine è un bosco” è la storia di un uomo alle soglie della terza età, che vive lontano dalla sua terra d’origine ed è tormentato da un senso di colpa. Arriva il momento in cui vuole mettere ordine nella sua vita che, volente o nolente, si sta avviando alla sua ultima fase.
Il confine narrato nella storia è molteplice e simbolico. Non è solo quello fisico che separa l’Italia, in particolare il Friuli (dove il protagonista vive da cinquant’anni), dalla Ex-Jugoslavia (terra dell’infanzia e del ricordo), ma anche il confine tra la maturità e la vecchiaia, tra la tristezza e la gioia.
Nell’arco della storia, il protagonista trova il coraggio di oltrepassare questi confini e lo spettatore viene coinvolto in questa sua trasformazione. Percepiamo il suo tormento interiore ed il suo stato d’animo nei suoi sguardi e nei suoi gesti, nel minimalismo dei palazzi razionalisti di Torviscosa, nel paesaggio nebbioso dell’Istria, nel confine di stato abbandonato e negli altri espedienti simbolici presenti all’interno della storia.
Gran parte delle persone ha un sogno mai realizzato, o addirittura un rimpianto. I fatti della vita spesso ci allontanano da quelli che sono i veri desideri. Molte persone vengono soffocate dal senso del dovere e dal senso di colpa. Molte di queste persone, a volte, non credono nemmeno che esista la possibilità di rimettersi in gioco, di fare i conti con il proprio passato e tornare a vivere serenamente il proprio presente. Altre invece continuano a vivere di ricordi e di angosce del passato, e non sono più in grado di cercare il lato positivo nelle situazioni difficili, di trovare una soluzione ai problemi e guardare al futuro con serenità. “Il confine è un bosco” è un film che dona speranza: Ivan affronta il suo passato per poter essere di nuovo felice, come quando era un bambino.
NOTE DI REGIA
“Il confine è un bosco” è la storia di un uomo alle soglie della terza età, che vive lontano dalla sua terra d’origine ed è tormentato da un senso di colpa. Arriva il momento in cui vuole mettere ordine nella sua vita che, volente o nolente, si sta avviando alla sua ultima fase.
Il confine narrato nella storia è molteplice e simbolico. Non è solo quello fisico che separa l’Italia, in particolare il Friuli (dove il protagonista vive da cinquant’anni), dalla Ex-Jugoslavia (terra dell’infanzia e del ricordo), ma anche il confine tra la maturità e la vecchiaia, tra la tristezza e la gioia.
Nell’arco della storia, il protagonista trova il coraggio di oltrepassare questi confini e lo spettatore viene coinvolto in questa sua trasformazione. Percepiamo il suo tormento interiore ed il suo stato d’animo nei suoi sguardi e nei suoi gesti, nel minimalismo dei palazzi razionalisti di Torviscosa, nel paesaggio nebbioso dell’Istria, nel confine di stato abbandonato e negli altri espedienti simbolici presenti all’interno della storia.
Gran parte delle persone ha un sogno mai realizzato, o addirittura un rimpianto. I fatti della vita spesso ci allontanano da quelli che sono i veri desideri. Molte persone vengono soffocate dal senso del dovere e dal senso di colpa. Molte di queste persone, a volte, non credono nemmeno che esista la possibilità di rimettersi in gioco, di fare i conti con il proprio passato e tornare a vivere serenamente il proprio presente. Altre invece continuano a vivere di ricordi e di angosce del passato, e non sono più in grado di cercare il lato positivo nelle situazioni difficili, di trovare una soluzione ai problemi e guardare al futuro con serenità. “Il confine è un bosco” è un film che dona speranza: Ivan affronta il suo passato per poter essere di nuovo felice, come quando era un bambino.