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Rachele si trova ad affrontare un lutto tremendo: il figlio Filippo è stato ucciso da Giulia, una compagna di università.
Rachele vuole giustizia, ma l’incontro con Giulia le dimostra che la verità è molto più complessa.

Poster del cortometraggio "La Verità" di Miranda Angeli
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Rachele si trova ad affrontare un lutto tremendo: il figlio Filippo è stato ucciso da Giulia, una compagna di università.
Rachele vuole giustizia, ma l’incontro con Giulia le dimostra che la verità è molto più complessa.
Poster del cortometraggio "La Verità" di Miranda Angeli

LA VERITÀ

(The Truth)

 

Italia  2023 / 17′

diretto da
Miranda Angeli

con
Anna Cianca
Melania Maria Codella
Giovanni Carta
Alessandro di Stefano
Cecilia Michettoni
Piergiorgio La Rosa

Soggetto e Sceneggiatura Miranda Angeli
Direttore della Fotografia Margherita Marzari
Montaggio Nicolò Carollo
Musica Bianca Ottaviani
Scenografia e Costumi Maria Luce Venturi
Trucco Francesco Dottorini
Valeria Ciancio
Suono Rainer Russo
Distribuzione Esen Studios

Selezioni ufficiali nei film festival e premi del cortometraggio "La Verità"

NOMINATIONS

  • Globo d’Oro  Italia, 2023 
    Nomination Miglior Cortometraggio
  • Nastri d’Argento  Italia, 2024 
    Cinquina Speciale – Contro la violenza di genere

AWARDS

  • 28° Videocorto Nettuno  Italia, 2023 
    Miglior Soggetto
  • Roma Film Corto  Italia, 2023 
    Premio del Pubblico

Official Selections

  • International Documentary and Short Film Festival of Kerala (India)
    Oscar Qualifying Festival
  • Trenton Film Festival (USA)
  • Portobello Film Festival (UK)
  • Dalmatia Film Festival (Croazia)
  • Festival Internazionale Inventa un Film (Italia)
  • Videocorto Nettuno (Italia)
  • Aaretaler Kurtzfilmtage (Svizzera)
  • Roma Film Corto (Italia)
  • Asti Film Festival (Italia)
Miranda Angeli, regista del cortometraggio "La Verità"

Miranda Angeli

Miranda Angeli è nata a Roma nel 1997. Ha studiato presso la Rome University of Fine Arts e, in seguito, ha conseguito un Master in Sceneggiatura e Drammaturgia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Dal 2020, lavora nel cinema e nel teatro. “La verità” è il suo primo cortometraggio da regista.

Note di regia:

Per me la parte peggiore del lutto non è mai stato il dolore. È la stasi. Quando perdiamo qualcuno finiamo dentro una sorta di bolla d’aria che rallenta il tempo e lo spazio fino a che tutto si muove così lentamente da sembrare fermo. Ma il mondo degli altri continua a muoversi alla stessa velocità e questa differenza ci divide e ci isola.

Ne “La verità” ho cercato di rendere visibile la bolla che rinchiude Rachele: lo spazio intorno a lei la schiaccia sempre di lato, o nel centro, come se il mondo in cui ha sempre vissuto comodamente – un mondo simmetrico, borghese, armonico – le si stesse chiudendo addosso. Lo stesso ho cercato di fare con il suono, creando un ambiente silenzioso, quasi ovattato, che si apre al rumore soltanto nei momenti in cui Giulia entra nella storia.

Sia Giulia che Rachele infatti vivono un doppio lutto: per Rachele la morte del figlio, per Giulia la morte che lo stupro subito le ha lasciato sulla pelle e per entrambe il tradimento di una persona che amavano e che non era come loro credevano. Questa doppia bolla è più spessa, più immobile; ma quando le loro due bolle si scontrano, riescono a creare una crepa l’una nella corazza nell’altra, riportando il tempo e lo spazio alla loro reale intensità.

Note di regia:

Per me la parte peggiore del lutto non è mai stato il dolore. È la stasi. Quando perdiamo qualcuno finiamo dentro una sorta di bolla d’aria che rallenta il tempo e lo spazio fino a che tutto si muove così lentamente da sembrare fermo. Ma il mondo degli altri continua a muoversi alla stessa velocità e questa differenza ci divide e ci isola.

Ne “La verità” ho cercato di rendere visibile la bolla che rinchiude Rachele: lo spazio intorno a lei la schiaccia sempre di lato, o nel centro, come se il mondo in cui ha sempre vissuto comodamente – un mondo simmetrico, borghese, armonico – le si stesse chiudendo addosso. Lo stesso ho cercato di fare con il suono, creando un ambiente silenzioso, quasi ovattato, che si apre al rumore soltanto nei momenti in cui Giulia entra nella storia.

Sia Giulia che Rachele infatti vivono un doppio lutto: per Rachele la morte del figlio, per Giulia la morte che lo stupro subito le ha lasciato sulla pelle e per entrambe il tradimento di una persona che amavano e che non era come loro credevano. Questa doppia bolla è più spessa, più immobile; ma quando le loro due bolle si scontrano, riescono a creare una crepa l’una nella corazza nell’altra, riportando il tempo e lo spazio alla loro reale intensità.