Poster del cortometraggio sperimentale "Orione" di Niccolò Buttigliero.
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Dopo essersi svegliate da un letargo infinito, due divinità incaricate della creazione del Mondo cominciano a discutere se sia di nuovo giunto il momento di mettersi all’opera. La loro differenza di vedute è però una seria minaccia per la creazione di nuova vita.

 

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Dopo essersi svegliate da un letargo infinito, due divinità incaricate della creazione del Mondo cominciano a discutere se sia di nuovo giunto il momento di mettersi all’opera. La loro differenza di vedute è però una seria minaccia per la creazione di nuova vita.

 

Poster del cortometraggio sperimentale "Orione" di Niccolò Buttigliero.

ORIONE

Italia  2024 / 7′

un film di
Niccolò Buttigliero

con
Letizia Alaide Russo
Lorenzo Tombesi

Soggetto e Sceneggiatura Niccolò Buttigliero
Direttore della fotografia Luca Pescaglini
Filippo Mariano
Montaggio Riccardo Maione
Costumi Stefania Semeraro
Musica Guglielmo Diana
Suono Guglielmo Diana
Ari Stead
Distribuzione Esen Studios

Selezioni e premi nei festival del cortometraggio "Orione"

Official Selections

  • Indie Short Film Festival  USA, 2024 
  • Glocal Film Festival – Piemonte Movie  Italia, 2024 
  • Ribalta Experimental Film Festival  Italia, 2024 
Niccolò Buttigliero, regista del cortometraggio "ORIONE"

Niccolò Buttigliero

Regista totalmente e idiosincraticamente indipendente, con base operativa in una delle città satellite di Torino – dove Nietzsche gustò la cucina più buona della sua vita, e dove perse definitivamente il senno. I suoi film non parlano, insistentemente e laconicamente, che delle uniche due cose per cui valga la pena vivere: l’arte e il suicidio. All’attività di filmmaker affianca da sempre quella di studioso e critico cinematografico. Ut scandala eveniant.

Note di regia

Orione è un film che si spinge verso il nulla. Stilisticamente, grammaticalmente, drammaturgicamente. Per rappresentare il vuoto e la disumanità di uno spazio vergine, pre-linguistico, la scelta è stata di ricorrere a un aspect ratio quadrato, di abbassare gli fps a 16, di desaturare l’immagine fino a renderla ectoplasmatica. L’inquadratura diventa uno spazio totalmente neutro in cui si disegnano e si cancellano le forme, venendo sempre riassorbite nel nero assoluto. In sette minuti si parla di nascita e morte dell’universo e, contemporaneamente, si parla delle pulsioni contraddittorie alla base di ogni atto creativo: la volontà di esprimere, e l’altrettanto potente volontà di non dire più nulla, per paura di uccidere il silenzio.